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Villa Celiera, centro agricolo di origine medioevale a 719 metri di altitudine, sorge su un colle, leggermente in pendio – attorniato da grandi faggete e doline - e ricade nel territorio del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga: sorge ad est del Gran Sasso, nella provincia di Pescara, su una rupe calcarea di forma allungata che domina l’alta valle del torrente Schiavone. Tale corso d’acqua, che oltre ad avere un regime torrentizio costituisce la dimora abituale della trota fario, origina dalle sorgenti Fonte dei Trocchi e Fonte Madonna, nascendo nel territorio comunale di Civitella Casanova - precisamente sul monte Cima della Cioccola - per poi confluire nel torrente Nora (affluente di sinistra del fiume Pescara), noto dall’antichità per la forza delle sue acque da subito sfruttata dall’uomo per erigere dei mulini lungo il corso. Le citate doline si presentano come un avvallamento circolare in cui l'acqua viene assorbita e convogliata nelle vie sotterranee. Infatti, la molta neve che cade durante l’inverno soprattutto sulla vicina piana del Voltigno, alimenta, al suo sciogliersi in primavera, numerosi laghetti carsici che poi scompaiono d'estate. In realtà, resta solamente un lago - chiamato Sfondo, a 1.354 metri di quota - che la credenza popolare vuole non abbia fondale, finendo addirittura con lo sfociare direttamente in mare. Villa Celiera, scarsamente popolata, è pur sempre rinomata, tuttavia, per essere la “residenza faunistica” del camoscio d'Abruzzo; nella zona sono osservabili anche poiane, falchi pellegrini, caprioli, lupi appenninici e gatti selvatici mentre la presenza dell’orso non è purtroppo più contemplata. L’abitato, geograficamente parlando, si colloca in una sorta di rientranza tra i rilievi del monte Bertona - alto circa 1.250 metri - del monte Morrone – 1.328 metri – del Colle Madonna e della cima delle Scalate, che chiudono ad ovest. In particolare, i monti di Colle Madonna, Ripa Rossa, Bufara e la massima elevazione del monte Cappucciata – 1.802 metri - di natura prettamente carsica, con doline ed inghiottitoi, contrastano fortemente con il terreno chiamato flycsh della Laga che, a decrescere da una quota di circa 1000/1100 metri, si presenta in questo modo (il termine “flysch”, letteralmente, significa “terreno che scivola”). Come accennato, Villa Celiera è sorta in epoca medioevale, dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente (476 d.C.), evento preceduto, determinato e seguito da numerose invasioni barbariche: fra queste, particolarmente lunga e storicamente importante fu l’invasione longobardica, se non altro per le trasformazioni sociali che introdusse e per l’assetto politico che realizzò con i “ducati”: furono proprio i Longobardi, ad esempio, a fondare dei Comuni detti “Fare”. Il territorio comunale di Villa Celiera comprende oggigiorno le frazioni di Casanova, Fosso Secco, Pietrarossa, San Sebastiano Traino, Santa Maria e Vagnola. Attigui, invece, risultano i quattro Comuni pescaresi di Carpineto della Nora (a 535 metri s.l.m., ove, tra le attività economiche artigianali più tradizionali, primeggia il ricamo), Civitella Cesanova (a 400 metri circa di altitudine, su territorio talmente ampio da poter ospitare paesaggi da collinari a montani: è considerato, da alcuni, il luogo d'origine degli arrosticini stanti i primi documenti di vendita risalenti al 1819), Montebello di Bertona (a 600 metri circa di altezza, già conosciuto con il nome “Belmonte” in virtù della favorevole posizione di alta collina da cui si può apprezzare uno stupendo panorama) e Farindola (avente un territorio - che si estende da una iniziale quota di collina, attorno ai 500 metri, ad un’altitudine di oltre 2000 metri – la cui storia viene spesso e purtroppo associata alla recente tragedia verificatasi nella vicina Rigopiano ove, nel gennaio 2017, una valanga provocò 29 vittime) nonché i due Comuni aquilani di Castel del Monte ed Ofena: per le ultime tre località si rimanda a quanto indicato in seno alle rispettive descrizioni delle già insediate stazioni meteorologiche. Il Voltigno, di cui si è accennato in precedenza, è un incantevole altipiano - dalle suggestive vedute paesaggistiche - sempre nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga e costituisce, dal 1989, insieme alla Valle D’Angri, la Riserva regionale “Voltigno e Valle D’Angri”. Esso accoglie benevolmente boschi di faggi, abeti, pioppi, aceri e betulle ma anche molte specie di fiori come la genziana, la primula, l’anemone, l’orchidea, il giglio martagone, la peonia e l’atropa belladonna (da cui si ricavano delle erbe, tra le più usate in farmacologia, con azione antispasmodica e broncodilatatrice). E’ sede di piste per la pratica dello sci di fondo. Tra gli itinerari più suggestivi da percorrere c’è, ad esempio, quello che dalla località monitorata – procedendo verso il Voltigno, appunto – giunge fino alla zona residenziale de Le Scalate, salendo a mezza costa, tra le faggete, ai piedi delle torri rocciose del Merletti sino a raggiungere un’area pic nic, a 1.324 metri di altitudine, dalla quale apprezzare il Vallone d'Angri. La zona residenziale di Le Scalate si può raggiungere anche da Montebello di Bertona. Da Carpineto della Nora e dalla Badia di San Bartolomeo si deve percorrere una lunga strada, in buona parte sterrata, che incontra quella che sale da Villa Celiera. Dalla predetta area pic nic, si continua a piedi sulla strada asfaltata che attraversa il vallone erboso pianeggiante del Vado di Focina e si continua per il tratturo dal fondo erboso, privo di segnavia ma evidente, che si inoltra nel pianoro in direzione della visibile Casa Macerone posta a 1.373 metri. Dopo essersi affacciati sui laghi al centro dell'altopiano, si continua verso le faggete che chiudono a ovest e a sud l'altopiano. Aggirato a sinistra il modesto cocuzzolo del Colle della Biffa, si sale quindi alla Fonte Aciprano a 1.452 metri di altezza. Tra i monumenti da visitare, cenno di menzione merita l’Abbazia di Santa Maria Casanova; fondata nel 1191 da Margherita, contessa di Loreto Aprutino e Conversano, fu per molti secoli una delle più prestigiose abbazie d'Abruzzo potendo ospitare fino a cinquecento monaci cistercensi, noti per la loro dedizione alla preghiera, allo studio, al lavoro ed alle belle arti. Fu il primo sito di questo ordine, in Abruzzo, dopo Santa Maria d'Arabona, Santa Maria della Vittoria, San Salvo del Trigno e Santo Spirito d'Ocre. Oggi, sotto la dorsale collinare del paese di Villa Celiera, è ancora possibile osservare i resti suggestivi del torrione difensivo e della sala capitolare. Il monastero di Casanova fu assai potente nel territorio di Penne, avendo feudi anche presso Lucera e le isole Tremiti. Nel circondario possedeva i castelli di Pianella, Civitella Casanova, Brittoli, Carpineto della Nora e Cordano. In quest'epoca si formò il toponimo dell'abitato: "Villa" sta a significare villaggio, mentre "Celiera" proverrebbe da “celliera” in riferimento alle celle dei monaci nell'abbazia, tanto che in dialetto il paese è ancora nominato “Li Cilìre”. In merito all’aspetto folcloristico, il 29 agosto di ogni anno ricorre la festività patronale dedicata a San Giovanni Battista (la Chiesa madre di San Giovanni Battista è la chiesa parrocchiale del paese - nella parte alta, dove si trovava l'antica torre di avvistamento – e presenta uno stile eclettico e medievaleggiante); in tale contesto, si organizza la Sagra locale, tra canti e balli tradizionali, con la bramata degustazione di piatti tipici abruzzesi, da sempre invidiate specialità gastronomiche. Villa Celiera annovera tra le principali risorse economiche l'agricoltura e l'allevamento di bovini ed ovini. Negli ultimi anni, il paese ha visto la riscoperta del prodotto tipico degli arrosticini che avrebbero origini proprio nell'area vestina compresa tra Civitella Casanova e Villa Celiera (ad onor del vero, altre tradizioni vogliono l'arrosticino “nato” nella zona teramana nella Valle del fiume Fino). Negli anni '50, con l'industrializzazione della Valle della Pescara, da Spoltore a Montesilvano e Pescara stessa, la cultura dell'arrosticino arrivò, per mezzo dei migranti, dai piccoli centri montani posti ad oriente del Gran Sasso, tra cui Villa Celiera tanto che ne fu considerata, appunto, la “patria”. Per raggiungere il luogo oggetto di monitoraggio, si deve percorrere l’A14 Adriatica (da nord, in direzione Ancona e da sud in direzione Pescara), dirigersi verso Pescara Ovest/Chieti, A24 per l’Aquila, A25 per Roma, SS 81 direzione Penne, per poi seguire le indicazioni per Villa Celiera, prima sulla SP 33 e poi sulla SP 32. Alternativamente, si possono utilizzare la stazione ferroviaria ovvero il porto turistico di Pescara nonché gli aeroporti di Ancona e Pescara. Il clima di Villa Celiera è tipico montano, con un notevole effetto stau a cucchiaio causato da quella sorta di rientranza o conca in salita – accennata in precedenza - e poiché il territorio risulta circondato dai rilievi che facilitano l’addensamento e la persistenza della nuvolosità e, conseguentemente, delle precipitazioni. L’inverno è una stagione fredda presso questo borgo montano, con pomeriggi da subito rigidi in considerazione dell’ombra causata dai monti posti ad occidente. Con le correnti dai quadranti orientali, i fenomeni sono a carattere nevoso, talvolta abbondanti come nel marzo 2015 e nel gennaio 2017: in quest’ultimo - il giorno 18 - si raggiunsero perfino i 2 metri di coltre! Le suddette precipitazioni portate dai venti orientali sono quasi sempre, comunque, di intensità moderata o forte. La primavera, di solito tiepida, bella e verdeggiante tutt’intorno, prevede talvolta ritorni a delle condizioni invernali con vento, neve e freddo, soprattutto in quota - come sull’altipiano del Voltigno - fino a stagione avanzata. L’estate, sempre più calda per via dei cambiamenti climatici cui stiamo assistendo, “conserva” dei temporali, spesso presenti nel corso delle ore pomeridiane, anche accompagnati da venti rafficosi. L’autunno si presenta sempre molto bello nell’area, grazie ai lussureggianti e caldi colori dei boschi. Non di rado, le prime nevicate si manifestano anche a metà ottobre se le correnti nord orientali dai Balcani apportano discese sensibili delle temperature; a novembre, un tempo, era molto facile avere nevicate anche copiose. Le medie pluviometriche annue della località monitorata si attestano su dati superiori a 1000 millimetri. Le rilevazioni sono assicurate da una stazione meteorologica Davis VUE, installata per impegno e disponibilità economica di due persone del luogo, da sempre amanti e profondamente rispettose della loro terra, che si ringraziano.
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