Ass. AQ Caput Frigoris ©fondata nel 2006
Rete Meteo
Rete Meteo Abruzzo
Rete Meteo Italia
Stazione Davis Vantage Pro 2 Wireless
L’altopiano di Campo Imperatore si estende - ad un’altitudine variabile compresa tra i 1460 metri della val Voltigno ed i 2138 metri s.l.m. – in un ambiente di grande impatto paesaggistico e con interessanti aspetti geologici e geomorfologici. E’ tra i più vasti d'Italia sviluppandosi, per un massimo di 18 chilometri in lunghezza e 8 chilometri in larghezza, sulla direttrice che va da nord-ovest a sud-est per una superficie complessiva di circa 75 km², tra numerose peculiarità floristiche e faunistiche. Anticamente fu denominato, da Federico II di Svevia, “Campo Imperiale”: è di origine tettonica - glaciale e carsico-alluvionale - e rappresenta il pianoro d'altura più elevato d’Europa: lo scorgersi dei luoghi, pian piano che ci si avvicina, è talmente suggestivo che Il noto alpinista Fosco Maraini lo paragonò, su piccola scala, alla valle indiana di “Phari Dzong”, appellando conseguentemente il luogo come “Piccolo Tibet”. Risulta collocato tra i territori comunali di Barisciano, Calascio (Rocca Calascio è l'unica tra le numerose fortezze e torri dell'aquilano ad affacciarsi direttamente sull'altopiano; la torre quadrata centrale venne realizzata nel XII secolo dai Normanni, mentre le quattro torri circolari vennero fatte realizzare da Antonio Piccolomini, marchese di Capestrano, verso la fine del XV secolo), Carapelle Calvisio, Castelvecchio Calvisio, Castel del Monte, L'Aquila e Santo Stefano di Sessanio ed è sede dell'omonima stazione sciistica, dell'osservatorio astronomico e del giardino botanico alpino. Le cime che delimitano e circondano la zona monitorata sono: a nord- nordest, il Corno Grande (2912 metri), vetta più alta degli Appennini, il monte Aquila (2494 metri), sua naturale anticima, il Brancastello (2385 metri), il Prena (2561 metri) ed il monte Camicia (2564 metri); ad ovest, il monte Scindarella (2233 metri) ed il monte Portella (2385 metri), vette tra le più suggestive; a sud-sudest, il Pian del Voltigno, il Vallone di Cretarola (fino alla zona di Fonte Vetica) e le pressochè paritetiche sommità dei monti Bolza e Cristo (rispettivamente di 1927 e 1928 metri s.l.m.); ad est, i monti San Vito (1892 metri), Guardiola (1808 metri) e Capo di Serre (1771 metri). Salendo da Assergi per il valico della Fossa di Paganica oppure dal borgo medievale di Castel del Monte per il valico di Capo la Serra ovvero da Farindola per il Vado di Sole, l'orizzonte si apre e le dimensioni appaiono come immense. Ciò che maggiormente colpisce ed affascina sono gli ampi spazi, sempre ben visibili in ragione di tre fattori: della la quota altimetrica elevata, della vegetazione - esclusivamente erbacea – e dell'opera di disboscamento dei secoli passati. Il pendio sale dolcemente, in un alternarsi di pianure di origine lacustre modellate dalle alluvioni, con morene di fondo - laterali e frontali - lasciate dagli antichi ghiacciai, circhi glaciali, brecciai e fiumare (distese di ghiaie - che scendono al disgelo dalle profonde incisioni dei “dolomitici” monte Brancastello e monte Prena - sulle quali si possono osservare piante che generalmente “stazionano” alle quote superiori). Tutto il perimetro meridionale della piana, a cavallo con la vallata di Barisciano e l'altopiano di Navelli, è caratterizzato dalla presenza di laghetti non profondi e di forma semicircolare la cui origine - meteoritica per alcune fonti, meteoritica ed antropica per altre - è ancora incerta: tra questi spicca il lago di Pietranzoni, posto al centro dell'altopiano, luogo molto ambito da turisti che sono soliti scattare delle fotografie che mettano in risalto, a specchio, il Gran Sasso. La vegetazione assume caratteristiche differenti in funzione della morfologia, del vento e della copertura nevosa: le vallecole (piccole depressioni) sono relativamente umide e presentano rare specie di piante di origine nordica, mentre le morene ed i dossi ospitano una vegetazione tipicamente steppica, di origine orientale. Gli sterminati pascoli sono utilizzati per l'alpeggio e refrigerio estivo delle greggi di ovini e delle mandrie di bovini ed equini che d'inverno transumano in Puglia, in un rito che ormai si ripete da migliaia di anni, ma anche per gli spostamenti del bestiame proveniente dalle limitrofe località di Castel del Monte, Calascio e Santo Stefano di Sessanio. La zona vanta anche una biodiversità aviforme, con presenza di aquile, falchi, gracchi e di numerose specie di passeriformi che vi transitano durante il periodo migratorio. E’ presente peraltro una piccola popolazione di camosci d'Abruzzo, reintrodotti tra il 1992 ed il 1999. L'area protetta è abitata anche da specie di lupo appenninico, volpe, cinghiale, cervo, capriolo, gatto selvatico e saltuariamente orso marsicano. L'altopiano di Campo Imperatore costituisce, inoltre, l'habitat elettivo della vipera dell'Orsini, un piccolo serpente, che si nutre di insetti, esclusivamente presente nelle montagne più elevate dell'Appennino centrale che proprio sul Gran Sasso ha la popolazione più importante: stanti sia la rarità che la vulnerabilità della specie, essa risulta protetta da convenzioni internazionali. La parte nord-occidentale del pianoro, nota come “Valloni”, è posta alle pendici del Portella ed è caratterizzata dalla presenza di impianti ricettivi, culturali e sportivi. Nel cuore del semestre freddo, è possibile raggiungere con gli sci la base della funivia percorrendo proprio i suddetti “Valloni”. A quota 2132, ha sede il Giardino botanico, dedicato alla coltivazione ed allo studio della flora d'elevata altitudine; a 2145 metri, invece – quindi lontano da sorgenti di inquinamento luminoso e dell'aria - è presente l'Osservatorio astronomico d'Abruzzo, con le caratteristiche cupole della stazione, ove è custodito un telescopio di oltre un metro di diametro. Nelle vicinanze delle suddette importanti strutture, sorge lo storico albergo dove, nel 1943, fu tenuto prigioniero Benito Mussolini fino alla sua liberazione avvenuta il 12 settembre da parte dei soldati tedeschi nell’ambito dell’operazione “Quercia”. La funivia che dai 1125 metri di Fonte Cerreto conduce agli impianti sciistici, così come l'albergo di Campo Imperatore, risale al periodo fascista rappresentando per l'epoca un complesso turistico tra i più efficienti d'Europa, vanto del regime, particolarmente prodigo nella realizzazione di opere pubbliche nella città di L'Aquila. Con circa due ore di cammino dall'albergo è possibile raggiungere il ghiacciaio del Calderone - incastonato in una conca del versante settentrionale del Corno Grande a circa 2800 metri di quota – che, dopo l’estinzione dei ghiacciai del monte Olimpo in Grecia e della Sierra Nevada in Spagna, è divenuto il più meridionale d'Europa (oggetto di monitoraggio e studio da parte anche dell’Associazione AQ Caput frigoris). A corollario di quanto descritto, merita citazione la Chiesa della Madonna della Neve, costruita nell’anno 1934 e rimasta abbandonata nel dopoguerra fino al restauro del 1992 reso possibile grazie alla sezione abruzzese dell'Associazione Nazionale Alpini. Al termine delle operazioni, il 20 giugno 1993, venne consacrata da Papa Giovanni Paolo II, particolarmente legato al Gran Sasso d'Italia ed in particolare a Campo Imperatore, dove si recava in cerca di solitudine e meditazione (al pontefice è stata intitolata una cima del Gran Sasso, oggi nota come cima Giovanni Paolo II. a 2.425 metri). E’ la chiesa consacrata più elevata d'Italia ed una delle più alte d'Europa. E’ collegata a Fonte Cerreto di Assergi tramite la funivia del Gran Sasso d'Italia. Fonte Vetica è invece la zona sud-est di Campo Imperatore, attestata ad una quota di 1634 metri e circondata, sui versanti sud-occidentali del monte Camicia, dall'unica zona boschiva dell'altopiano che si estende fino a Vado di Sole, Valico di Capo di Serre ed i contrafforti del monte Bolza. È citata nella memoria locale per la tragedia occorsa il 17 ottobre 1919 quando una inaspettata tempesta di neve causò la morte del pastore Pupo Nunzio di Roio, di due suoi figli e di cinquemila pecore del gregge. Gli accessi automobilistici principali alla piana sono la SS 17 bis che dall'Aquila o dal Passo delle Capannelle sale verso Fonte Cerreto ovvero una strada panoramica che da Santo Stefano di Sessanio porta fino al Lago di Racollo (strada secondaria che, tuttavia, rimane chiusa per neve durante la stagione invernale). Ma per raggiungere il comprensorio si può sempre agevolmente utilizzare la funivia del Gran Sasso, impianto che parte dalla località Fonte Cerreto, a poca distanza dal casello autostradale di Assergi. Campo Imperatore è ovviamente conosciuta anche come località di svago: è sede dell'omonima stazione sciistica - la prima sorta sugli Appennini - tra le più elevate dell'intera catena. Gli impianti di risalita, che si sviluppano all'estremità occidentale dell'altopiano, tra la valle detta delle “Fontari” ed il monte Scindarella, comprendono in tutto tre impianti che prevedono piste per lo sci alpino, per lo sci nordico ma anche per lo sci alpinismo. La stazione è inoltre unita nel comprensorio “Tre Nevi” con le località sciistiche di Campo Felice ed Ovindoli (sedi, da tempo, di stazioni meteorologiche dell’Associazione AQ Caput frigoris). La zona monitorata è punto di partenza ed arrivo di numerose traversate del massiccio del Gran Sasso quali, ad esempio, quella che raggiunge il lago di Provvidenza attraverso la valle di Chiarino e quella che raggiunge Prati di Tivo - Pietracamela passando tra Corno Grande e Corno Piccolo attraverso il rifugio Franchetti (anch’esso sede di stazione meteorologica dell’Associazione AQ Caput frigoris) ed il Vallone delle Cornacchie. L'altopiano è connesso ai principali borghi delle vicinanze, tra cui Calascio, Castel del Monte e Santo Stefano di Sessanio (località tutte ulteriormente monitorate dalla predetta Associazione), da numerosi itinerari escursionistici percorribili a piedi, in bici o a cavallo. Il più celebre è l'Ippovia del Gran Sasso, un percorso ad anello, dotato di aree attrezzate per la sosta, che gira intorno al massiccio collegando i tre versanti aquilano, teramano e pescarese del Gran Sasso per un totale di circa 300 chilometri. Le condizioni climatiche sono influenzate dalla posizione di crinale spartiacque tra i due versanti dell'Appennino determinando abbondanti precipitazioni (soprattutto nevose) e costante presenza di vento talvolta impetuoso quando soffia la Bora (raffiche superiori a 200 km/h). L'esposizione e la centralità nel massiccio ne fanno un'area dal clima continentale, freddo in inverno e fresco in estate, quasi arido sui dossi e sulle creste. La temperatura media si attesta sui meno 4 °C nel mese più freddo (febbraio) e + 12 °C in quello più caldo (agosto). La posizione di pendio riduce rispetto al sottostante altopiano - ove nelle gelide ed innevate notti invernali la temperatura può raggiungere valori di anche di meno 30 °C - le escursioni termiche diurne e stagionali avvicinando pertanto la temperatura ai valori rilevabili in libera atmosfera. La temperatura media annua di circa 5 °C consente un prolungamento della normale stagione sciistica che dai primi di novembre si spinge, talvolta, sino ai primi giorni di giugno. L’accumulo precipitativo annuo sarebbe anche superiore ai 1000 millimetri se si potessero ricomprendere le precipitazioni che in realtà si disperdono per nebulizzazione causata dal forte vento spesso presente. In genere, la stagione autunnale è quella che dispensa un quantitativo maggiore di piogge. La stazione meteo associativa di riferimento - installata presso il Giardino botanico a seguito di formale collaborazione con l'Università degli Studi di l'Aquila - è una Davis VP2, preferita, poiché più performante, all'originaria VUE.
MAIL
L'Aquila, AQ
Meteo AQ Caput Frigoris