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A pochi minuti dall’uscita autostradale “Pescara Nord”, a circa mezz’ora dal mare o dalla montagna, in “compiacente” allocazione, quindi, tra il mare verso est e le vette più alte dell’Appenino verso ovest, Città Sant’Angelo sorge su una collina, in posizione geografica invidiabile. E’ un borgo antico, con toponimo che deriva da quello della città romana di Angulum (la cui localizzazione, incerta, si ritiene corrisponda più verosimilmente a quella della vicina Spoltore), non distante dall’Adriatico, dalla Majella e dal Gran Sasso d’Italia: il contesto d’assieme esalta questo territorio, meta ricercata in ogni stagione, grazie anche alla celerità con cui si attraversano ambienti diversi. L’incantevole paesaggio valorizza e permette di assaporare sia la cucina di mare (le colline angolane ricoperte di vigneti ed oliveti offrono degli ottimi prodotti come – su tutti – il famoso Montepulciano d’Abruzzo), sia quella di terra; i luoghi da visitare sono numerosi ed affascinanti e colpiscono favorevolmente i turisti per le loro vivacità e particolari tradizioni. Nel 2018, la rivista statunitense di economia e finanza “Forbes” ha classificato Città Sant’Angelo tra i dieci migliori posti al mondo dove vivere, inserendo questo borgo tra località ben più blasonate e definendolo come “un angolo di paradiso, il segreto meglio custodito d’Italia”. Città Sant'Angelo è bagnata dal fiume Fino e dal fiume Tavo. Il primo corso d’acqua nasce a 1200 metri, sul Gran Sasso, dal versante nordorientale del monte Tremoggia (2.331 metri s.l.m.) e scorre profondamente incassato in valli e forre. La sorgente del Fino ha una portata modesta, come quella dei suoi numerosi affluenti [l'affluente principale è il torrente Cerchiola, che nasce sul Gran Sasso fra il monte Addenza (mt. 751) ed il Colle Corneto (mt. 967), inserendosi poi nel Fino prima di Bisenti (TE)]. Può diventare impetuoso in primavera ed autunno, in concomitanza con le maggiori piogge, mentre in estate la portata si riduce fino, talvolta, alla secca. Il secondo corso d’acqua nasce sempre sul Gran Sasso, ma in località Pietrattina, scorrendo perpendicolarmente alla costa. Inizia il suo corso tra le altissime pareti rocciose del Vallone d'Angora dove le acque delle sorgenti "Pisciarelli" si aggiungono alle sue; attraversa la più ampia Valle D'Angri e, in località Mortaio D'Angri, si insinua nella stretta forra della Bocca dell'Inferno; riceve le acque dalla spettacolare cascata del Vitello d'Oro, alta 28 metri. Nel Parco Nazionale è popolato dalla trota Fario. Il Tavo ha un regime torrentizio; soprattutto la sempre maggiore captazione delle acque per uso potabile ha ridotto fortemente, tuttavia, la portata delle sorgenti (Mortaio d'Angri, Acquasanta, Vitella d'Oro) che alimentano il fiume che, di conseguenza, resta pressochè arido nei periodi di siccità. Le origini di Città Sant'Angelo sono incerte ed hanno costituito sempre motivo di discussione storica: i primi a creare un insediamento sul colle furono probabilmente i Vestini. Più antichi ritrovamenti archeologici tra la foce del Piomba e quella del Saline e la presenza di piccoli aggregati urbani in corrispondenza della località oggi denominata Marina di Città Sant'Angelo fanno risalire le origini del Comune al periodo romano, quando Angulum venne nominata da Plinio il Vecchio nella sua descrizione delle terre vestine nel libro Naturalis Historia (non è da escludere l’ipotesi, tuttavia - come accennato in precedenza - che Angulum fosse invece la vicina Spoltore). Lo sviluppo urbano seguì tre diversi momenti storici: la ricostruzione, iniziata dopo il 1240, del nucleo fortificato a semicerchio, delimitato attualmente da Strada Castello, Strada Minerva, Via del Ghetto e Via del Grottone. In questa era, Città Sant'Angelo fu una delle tre città principali della diocesi Penne-Atri, insieme alle due sedi vescovili (questa rivalità spesso si traduceva in guerre, soprattutto per il controllo del porto, al confine tra le attuali Silvi Marina e Pineto, in provincia di Teramo). Nel XVI secolo fu marchesato della famiglia Castriota insieme con le terre di Spoltore, Moscufo e Montesilvano. Successivamente fu dei Piccolomini - conti di Celano - che poi la cedettero ai Pinelli. Nel XVII secolo si concluse la ricostruzione vera e propria con il completamento di case e palazzi gentilizi della borghesia agraria. Città Sant'Angelo possiede un clima tipicamente mediterraneo, con marcate differenze ravvisabili tra la zona costiera e quella collinare. Generalmente, le estati sono calde e secche, ma ventilate e gradevoli per via dell'esposizione al mare Adriatico, mentre sulla stretta fascia litoranea le massime superano spesso i 30 °C e, per via del notevole tasso di umidità associato, vengono percepiti valori spesso over 40 °C. Gli inverni si mantengono sostanzialmente miti, se la circolazione in quota è prevalentemente occidentale, per via dei caldi e secchi venti di caduta appenninici (con queste configurazioni non è inusuale che la temperatura superi spesso i 20 °C anche in gennaio). Quando la circolazione dei venti si dispone invece dai quadranti nord-orientali, la forte esposizione produce picchi di freddo notevoli ed inusuali per la latitudine a tutto il territorio, con significative precipitazioni nevose da Stau che interessano principalmente l'area collinare. Le precipitazioni tendono a concentrarsi nel tardo autunno ed il loro livello medio è leggermente inferiore alla media nazionale; infatti, stante lo “scudo” del Gran Sasso sul lato occidentale, talvolta le classiche perturbazioni atlantiche non riescono a sfondare ed il territorio rimane in ombra pluviometrica, con tesi venti di caduta (il vento più intenso è il Garbino, con raffiche che possono superare anche i 120 Km/h). Il livello medio di umidità è elevato: fenomeno caratteristico, soprattutto in autunno ed inverno, con venti da sud-est, è quello della c.d. “guazza”, con la risalita dell'umidità dai bassi strati e la formazione di nebbie che raggiungono, fitte, l'intera area collinare. La stazione meteorologica di riferimento – modello Davis VP2 – è stata attivata il 27 novembre 2021 con posizionamento ad un’altitudine di 200 metri s.l.m..
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