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Ricompreso nel settore sud-orientale del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, il territorio comunale di Farindola si estende, in provincia di Pescara - da una iniziale quota di collina attorno ai 500 metri ad un’altitudine di oltre 2000 metri – fino al valico stradale di Vado di Sole (1634 metri s.l.m.), ove passa la carrozzabile tra Farindola e Campo Imperatore – Castel del Monte, nella c.d. area Vestina. Essa, che ingloba molti comuni dell'entroterra a nord del fiume Pescara, prende il nome dall'antico popolo italico dei Vestini che abitò la zona colonizzando principalmente Pinna Vestinorum (Penne) e Angulum (Città Sant’Angelo e Spoltore) e fa parte dell'estesa fascia collinare che separa il litorale abruzzese dall'interno montano, con l'unico pianoro nella Val Pescara, che ne segna i limiti meridionali. I confini geografici della suddetta zona, che ha come fulcro simbolico Penne, sono rappresentati a sud dal fiume Pescara - che la divide dall'area Majella-Morrone delle province di Chieti e Pescara - ad ovest dalla catena del Gran Sasso e dalla provincia dell'Aquila, a nord dalla provincia di Teramo e ad est dai comuni dell'area metropolitana pescarese. I comuni più vicini allo spartiacque appenninico che fa da confine delle province di Pescara e dell'Aquila - Farindola, Villa Celiera (conca montana carsica - che sorge su una rupe calcarea allungata dominando l'alta valle del torrente Schiavone – caratterizzata da grandi faggete e doline), Carpineto della Nora e Brittoli - ricadono nel territorio del Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga e della Riserva regionale Voltigno e Valle d'Angri. A Penne, invece, sono presenti la Riserva naturale controllata Lago di Penne e l'Orto botanico riserva Lago di Penne. La Riserva naturale sorse per opera di un gruppo di naturalisti che iniziò, negli anni ‘80, dei progetti di tutela ambientale attorno al bacino artificiale creatosi grazie allo sbarramento del fiume Tavo, corso d’acqua che nasce sul Gran Sasso, in località Pietrattina, a 1.460 metri (vicino al monte Guardiola - 1.828 metri s.l.m.) al margine orientale dell'altopiano di Campo Imperatore. La creazione del lago artificiale, infatti, aveva creato un luogo importante per la sosta dell'avifauna di passo e nidificante - oltre alla già numerosa avifauna stanziale - osservandosi col tempo, in tale ambito geografico, le presenze di cicogne, merli, cardellini, garzette, spatole, frosoni, svassi maggiori, grus grus, zigoli muciatti ecc.. All'interno della riserva spicca il “centro lontra” (fregiato nel 1991, dal WWF, per acque pulite e vegetazione ideale tali da far considerare la riserva come la migliore per la riproduzione in cattività della lontra); altri mammiferi visibili nella riserva sono il tasso e piccoli roditori. L'orto botanico di Penne sorge lungo la sponda del lago, ha quale simbolo la tifa (pianta acquatica diffusa dagli steli molto lunghi) e conserva ulteriori piante aromatiche come il timo, la maggiorana, la lavanda e la menta. La vegetazione che attualmente vi si trova è il risultato sia di una colonizzazione naturale, avvenuta dopo la costruzione della diga, sia di interventi di rimboschimento. Circa il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, esso racchiude il gruppo del Gran Sasso, quello della Laga e i Monti Gemelli. Il primo presenta il volto tipico delle Dolomiti, con vette importanti, pendii ripidi e una miriade di percorsi di alta quota da dove è possibile, in giornate particolarmente limpide, scorgere l’Adriatico, il Tirreno e gran parte dell'Italia centrale. Qui si trovano anche il ghiacciaio del Calderone (posto, ad altitudine compresa tra i 2.650 ed i 2.850 metri s.l.m., nel territorio del Comune di Pietracamela, in provincia di Teramo) e l’altopiano di Campo Imperatore, posto su ampia e bellissima prateria (ad una quota variabile tra i 1.500 ed i 1.900 metri), lungo circa venti chilometri e con cime tra le più elevate e suggestive dell'intero Appennino; esse, tra cui primeggiano Corno Grande (2.912 metri), Prena (2.561), Aquila (2.494), Brancastella (2.385), Portella (2.385) e Scindarella (2233), delimitano e circondano quello che viene comunemente definito il "Piccolo Tibet". I monti della Laga, invece, hanno un aspetto più dolce e ondulato e risultano ricchi di boschi, torrenti, cascate e laghetti. In tutto il territorio del Parco la presenza dell’uomo è adeguatamente integrata con la natura, come è evidente dai numerosi borghi di origine medioevale che ancora oggi conservano il loro aspetto originario. I diversi ambienti del Parco sono popolati da almeno duemila specie di piante; circa la fauna, sarebbe forse superfluo ricordare che il Gran Sasso è il regno del camoscio d’Abruzzo; qui, peraltro, vi stazionano il cervo, il capriolo, il lupo appenninico e rari rapaci come l’aquila reale, il falco pellegrino ed il gufo reale. Come in precedenza accennato, il territorio di Farindola è situato alle falde della catena del Gran Sasso, nel versante orientale, ma si estende fino alle altitudini dei monti Siella (2.027 metri s.l.m.) e San Vito (1.892 metri s.l.m.). Per raggiungerli il percorso è in buona parte comune: l’itinerario ha inizio dal parcheggio di Rigopiano, situato a 1050 metri di altitudine; si percorre un primo tratto, in direzione Vado di Sole, fino ad intercettare l’indicazione che di fatto instrada verso una bellissima faggeta ospitantene esemplari secolari. Dopo aver raggiunto la Fonte dei Trocchi, a quota 1.524, si prosegue verso la radura di Macchia Buona, ci si immerge nel bosco e, una volta attraversatolo, si sale liberamente per prati fino a raggiungere il Vado di Siella (1.775 metri s.l.m.), che separa il monte San Vito dal monte Siella: da qui si può apprezzare l’immensità della piana di Campo Imperatore. Dal valico, poi, prendendo a destra e seguendo tutta la cresta, si supera una paretina rocciosa con passaggi esposti ed in breve si raggiunge la vetta del monte Siella. Lungo l’alternativo sentiero di cresta che parte dal Vado di Siella, invece, si può raggiungere la sommità del monte San Vito. La storia di Farindola (località, conosciuta per il turismo di tipo montano, dove si possono apprezzare sia le caratteristiche viuzze e case in pietra viva del borgo, sia le circostanti bellezze paesaggistiche) è strettamente collegata, purtroppo, a quella della vicina Rigopiano, luogo ricordato per la tragedia che nel gennaio 2017 colpì l'omonimo Hotel, ex rifugio e unico albergo della frazione, investito da una valanga che provocò 29 vittime; con ogni probabilità, l’evento si verificò a seguito di un'intensa nevicata e di una serie di scosse telluriche legate ad un sisma ed al relativo sciame verificatosi pressochè contestualmente nel Centro Italia. Percorrendo l'A24 le uscite più vicine al centro di Farindola sono quelle di Colledara–San Gabriele e Val Vomano; dall’A25, invece, Atri-Pineto e Roseto mentre provenendo da strade ad alto scorrimento le uscite più vicine sono Chieti - SS81 Piceno Aprutina - e Chieti Scalo (zona industriale). Rigopiano è situato nella parte di media montagna del Comune di Farindola, su un pianoro a circa 1.200 metri di altitudine, alle falde sud-est del gruppo del monte Camicia (Dente del Lupo, 2297 metri - monte Tremoggia, 2331 metri - monte Siella e monte San Vito), che, con i suoi 2570 metri di altitudine, costituisce la dorsale orientale del massiccio del Gran Sasso. Il borgo medievale - fondato dai Normanni nell’XI secolo – sorge in cima ad uno sperone roccioso e risulta arroccato attorno ad un castello che fu proprietà dei Farnese. Il sito fu abitato già dal Neolitico e conserva capanne pietrose a "thòlos" usate anche dai pastori come abitazioni provvisorie durante il periodo dei "tratturi abruzzesi". Tra i luoghi storici d’interesse si annoverano la Chiesa parrocchiale di San Nicola di Bari - rimaneggiata nel XVII secolo – e le Mura del castello Farnese, parzialmente distrutto dal terremoto del 1933. Al giorno d’oggi, il borgo è molto frequentato dai turisti che vi si recano sia per praticare escursioni naturalistiche, sia per visitare altri suggestivi borghi storici come Castel del Monte (1.346 metri s.l.m.) e Rocca Calascio (1.520 metri s.l.m.). Rigopiano è attraversata da due strade: quella del Vado di Sole che, passando per le vicine sorgenti del fiume Tavo, giunge all'Aquila attraverso Campo Imperatore e la strada provinciale 37 che collega Rigopiano a Castelli (TE). Nei dintorni di Rigopiano, in val d'Agri, si può visitare la Grotta del Geotritone, una salamandra di montagna, tipica della zona vestina. Nei pressi, si trovano anche le celebri cascate di Vitella d'Oro - che con un salto di oltre 28 metri sono tra le più spettacolari del gruppo del Gran Sasso - e l'area faunistica del camoscio abruzzese, inaugurata nel luglio del 1992. Durante la settimana di Ferragosto, è possibile partecipare ad una manifestazione di piazza chiamata "camminarmangiando". Tale manifestazione permette sia di riscoprire vecchie tradizioni contadine, sia di assaporare prodotti tipici: sommelier e produttori caseari del Consorzio di Tutela del Pecorino di Farindola consigliano i migliori abbinamenti nelle piazze del borgo, allietati da spettacoli e concerti. Dal punto di vista climatologico, si osserva che Farindola, data la sua particolare posizione geografica, riceva apporti precipitativi anche di forte entità e/o prolungati nei giorni per via del classico effetto Stau innescato dalle correnti orientali. In inverno, essi sono spesso completamente nevosi, fin sulle quote più in basso del paese: talvolta le quantità sono ingenti, come è successo di recente nel marzo 2015 e nel tristemente noto gennaio 2017 (in quei giorni l’accumulo nevoso eccedeva i 150 centimetri in paese ed i 250 a Rigopiano). Tuttavia, quasi ogni inverno si hanno nevicate di un certo risalto se le correnti avvantaggiano appunto dai versanti nord orientali. Diversa la situazione con i venti di provenienza atlantica, per la posizione sottovento del centro abitato. Andando indietro nel tempo, altri inverni nevosi sono stati quelli degli anni 2012, 2009 e 2005; ancora più freddi gli inverni di inizio anni 80, come accadde nel 1981 e nel 1984. La primavera è una bella stagione, con il verde e gli altri colori che padroneggiano. Le piogge sono ricorrenti, sempre per infiltrazioni orientali, spesso da sud est. L’estate è tipica delle aree collinari del teramano, pescarese e chietino: oltre al caldo (le temperature, infatti, tendono sempre a salire costantemente per via del cambiamento climatico), si aggiunge una certa umidità che sale dall’Adriatico andando ad impattare sui rilievi sovrastanti, ove tuttavia il clima rimane fresco, come nei meravigliosi boschi di Rigopiano. Questo, facilmente, dà luogo a dei temporali talvolta forti, con grandinate, specie in quota. L’autunno rimane davvero stagione superba in questo territorio, grazie soprattutto ai colori tipici del faggio e della roverella (specie di quercia più diffusa in Italia, tanto che in molte località è chiamata semplicemente quercia) che popolano queste zone. Quando l’anticiclone riesce ad elevarsi a latitudini tra il centro ed il nord Europa, lasciando affluire delle correnti fredde dai quadranti orientali, spesso si verificano delle nevicate già dalla metà del mese di ottobre, anche fino in prossimità di Farindola. Rimane un periodo nel quale, tuttavia, le correnti sud occidentali provocano quel classico vento di caduta (Foehn) responsabile di poche piogge, a meno che si attivi una classica ritornante da nord est al passaggio della perturbazione. La stazione meteorologica di riferimento è una Davis VP2 plus - dotata di sensori UV e di bagnatura fogliare - installata in località Acquedotto di Valle d’Angri, a 672 metri di altitudine. La zona vanta un sicuro interesse naturalistico per la peculiare osservazione della flora e fauna locali. La purezza ambientale riconosciuta all’intera vallata, che si estende fino ad Angri, trova fondamento nell’assenza di pesticidi in agricoltura e nella presenza di quelle poche coltivazioni ancora trattate con sola concimazione naturale. Per tali motivi, la Federazione apicoltori italiani ha più volte ribadito che la suddetta vallata costituisce il luogo ideale per la riproduzione delle api regine ligustiche (selezionate per garantire una produzione di miele pregiato ed abbondante); in tale contesto, la sezione di Farindola ha attivamente contribuito, nel tempo, alla realizzazione del relativo progetto di fattibilità. Si ringraziano il CAI di Farindola e la Federazione apicoltori per aver consentito la concretizzazione anche di un progetto informativo dal punto di vista climatico, giusto connubio d’interesse tra ricercatori scientifici ed appassionati di meteorologia.
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