Le ondate di neve e gelo che si sono abbattute sulla penisola italiana nel febbraio 2012, hanno fatto crollare o vacillare precedenti record nazionali legati ai massimi accumuli nevosi e alle temperature minime raggiunte. Oggi, con riferimento ai valori termici, grazie all’utilizzo di particolari datalogger (rilevatori di parametri meteo con memoria) è possibile analizzare con accuratezza, per un determinato lasso di tempo, l’andamento termico di una qualsiasi località pur non vivendoci.
Nel caso specifico, la finalità del presente lavoro è quella di analizzare l’andamento termico e nevoso di Marsia di Tagliacozzo (AQ) nella prima metà di febbraio 2012, esponendo le dinamiche grazie alle quali si è potuto toccare il picco negativo di -35,8°C, il secondo più basso mai registrato nel nostro Appennino, dietro solo ai -37,4°C toccato in località Piani di Pezza, nel gruppo montuoso del Sirente-Velino.
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Cronistoria
I giorni 1 e 2 febbraio si sono aperti con nevicate di media intensità e temperature che, durante le precipitazioni, si sono attestate tra i -2°C e i -5°C. Il temporaneo rasserenamento nel pomeriggio del primo febbraio ha permesso alla temperatura di scendere fino a -23,9°C favorendo così la creazione di una base nevosa al suolo dura come il marmo.
Il 3 febbraio, grazie all’arrivo in quota del famoso Burian, aria gelida pellicolare dalle steppe asiatiche e al richiamo a bassa quota più mite proveniente dal Tirreno, è stato il giorno in cui si è verificato l’accumulo nevoso maggiore, con temperature sempre sottozero e comprese tra i -7,5°C e i -5,6°C. Tali condizioni fanno sì che la neve sia farinosa ed i cristalli del fiocco ben ghiacciati, tali da attaccare su qualsiasi superficie.
Brevi nevicate si sono registrate anche i giorni 4 e 5 febbraio sempre con temperature negative.
Il giorno 10 febbraio si è verificata un’altra nevicata e un temporaneo miglioramento ha permesso nelle prime ore del giorno 11, di toccare una minima di -21,2°C e un ulteriore peggioramento, nel pomeriggio dello stesso giorno, ha generato nuove nevicate.
Da rilevazioni empiriche e da stime sul manto, si pensa che il massimo accumulo nevoso al suolo sia stato raggiunto la sera di sabato 11 febbraio, con un’altezza media compresa tra 160 e 180 cm a seguito del compattamento della neve. Questo accumulo si stima possa essere stato il risultato di poco più di 250 cm di neve caduti dal cielo, corrispondenti a circa 100 millimetri di pioggia considerando l’andamento termico durante le nevicate. Il giorno sabato 18 febbraio, una settimana dopo il termine delle nevicate, un rilevamento sul manto indicava ancora un’altezza media compresa tra i 90 e i 120 cm.
Dopo le intense nevicate, un breve periodo di alta pressione ha permesso di avere notti serene ed assenza di vento; condizioni ideali per toccare picchi minimi di temperatura nelle valli che, per loro conformazione, permettono all’aria fredda e quindi densa, di accumularsi e ristagnare nei bassi strati.
Nel caso di Marsia ma anche di altre località, è necessario che ai precedenti fattori, si sommi la presenza di una fitta nebbia gelida che ha la caratteristica di ghiacciare all’istante tutto ciò che investe. In queste condizioni si è potuto verificare un vero e proprio crollo della temperatura tra il pomeriggio del giorno 13 febbraio e le prime ore del giorno seguente.
Infatti, dopo una temperatura massima di -2,5°C registrata alle ore 14:00 e la creazione del particolare fenomeno della nebbia esposto poco sopra, intorno alle ore 17 la temperatura è a dir poco crollata fino a raggiungere il picco minimo di -35,8°C alle ore 07:00 del 14 febbraio, come evidenziato nella seguente tabella.
Va sottolineato, per concludere, il fatto che la temperatura si sia mantenuta sempre sotto lo zero dal primo fino al 17 febbraio.
Conclusioni
Alla luce di quanto esposto sopra, non possiamo escludere che in passato a Marsia si siano potuti raggiungere o, almeno, sfiorare i 40°C sottozero. Il dato assume carattere di eccezionalità, tenuto conto del fatto che il luogo è, seppur in minima parte, abitato anche in inverno.
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