Caramanico Terme, apprezzato e suggestivo borgo di origine medioevale abbarbicato sulla roccia, sorge a poco più di 600 metri di altitudine ed è il principale centro della Comunità Montana della Maiella e del Morrone; si estende in un territorio ricchissimo di sorgive tanto da ospitare un rinomato centro termale capace di assicurare dei soggiorni all’insegna di relax e benessere. Il paese, infatti, unisce alla vocazione termale dei variegati ed incontaminati scenari naturali.
Il Comune è posto alle falde nord-occidentali della Majella (secondo massiccio montuoso degli Appennini continentali, dopo il Gran Sasso d'Italia, con espressione massima di altitudine nel monte Amaro, a 2. 793 metri s.l.m.), si colloca geograficamente nel lussureggiante contesto naturalistico situato all'imbocco del canyon dell’Orfento e della valle del fiume Orta e garantisce una fedele custodia di numerosi tesori, non ultimi quelli offerti dall’immediato circondario. In particolare: il fiume Orta scorre per circa quaranta chilometri nell'omonima valle, sgorgando dal Passo San Leonardo - nel Comune di Sant'Eufemia a Maiella – per poi confluire nel fiume Pescara. Il letto del fiume è tra suolo argilloso e ghiaioso, con un tratto (località Luchi) all'interno di stretti canyon scavati nella roccia nonché attraverso un canalone (località Salle) dov'è sormontato dal più alto ponte del centro Italia (per la sua altezza – 104 metri - l’opera è oggi molto usata per organizzare eventi dedicati ai salti nel vuoto con elastico); la portata, come tutti i piccoli corsi d’acqua, è influenzata dall'apporto determinato dall’andamento climatico. E’ interessato da diverse centrali idroelettriche ed è ricompreso nel Parco Nazionale della Majella e nella riserva naturale "Alta valle dell'Orta".
Riguardo all’Orfento, si osserva che, per convenzione, si considera come sorgente la cascata della Sfischia, sulla sommità della Majella - monte Pesco Falcone - tra Caramanico Terme e Sant'Eufemia a Maiella. Scorre per circa sedici chilometri e costituisce affluente di destra del fiume Orta. Il suo letto scorre in suoli simili a quelli dell’Orta, risentendo, parimenti, del proporzionale apporto indotto dallo scioglimento delle precipitazioni nevose. Durante l'inverno numerosi affluenti gelano del tutto originando delle cascate di ghiaccio molto apprezzate dagli alpinisti. Sia nell’Orta che nell’Orfento viene praticata la pesca sportiva.
A Caramanico Terme, l’attuale nucleo urbano sembra sia nato nel Medioevo, attorno al VII secolo, con un castello - di cui oggi rimangono solo dei ruderi - costruito sulla sommità del colle ed un centro abitato protetto da mura, torri e portoni di accesso. Grazie alla sua posizione, la città assunse un importante ruolo strategico dato che costituiva una via d’accesso a Napoli per coloro che provenivano dalla via Tiburtina-Valeria-Claudia. Edificio molto antico della città è l’abbazia di Santa Maria Maggiore che pare sia stata costruita attorno all’XI secolo. Il complesso presenta degli esterni in stile gotico con uno splendido portale e robuste mura. L’interno ha subito diversi interventi di ristrutturazione a causa di terremoti che hanno quasi del tutto eliminato l’originale impianto romanico a favore di uno barocco. Camminando per le strade del borgo sarebbe auspicabile visitare, inoltre, la chiesa di San Nicola di Bari (XIV secolo), la bellissima chiesa di San Tommaso Becket (XII secolo) ed il museo Paolo Barrasso (rimpianto biologo del Corpo Forestale), all’interno del quale sono custoditi oltre trenta bronzetti votivi, di età romana, raffiguranti Ercole (eroe e divinità delle acque salutari e della fecondità).
La riserva naturale dell’Orfento, riconosciuta ufficialmente negli anni ’70, è un’area nella quale sono tornati a vivere il lupo, l’orso marsicano, il cervo, il capriolo ed il camoscio; tra le specie animali è possibile, tuttavia, incontrare anche cinghiali, volpi, faine, aquile reali ed allocchi. Al suo interno la flora presente è davvero varia. A bassa quota si trovano querce e faggi, mentre oltre i 1800-1900 metri di altezza cresce il pino mugo; ad altitudini maggiori si possono vedere anche la Stella alpina appenninica e la Soldanella minima sannitica.
Raggiungere Caramanico Terme in auto è abbastanza semplice. Da nord, è necessario percorrere l’Autostrada A14 e poi l’Autostrada A25 - fino all’uscita Scafa-Alanno - per poi transitare sulle SS 5 e 487. L’aeroporto di riferimento è quello del capoluogo di provincia, Pescara, che dista circa cinquanta chilometri, mentre la stazione ferroviaria più vicina è quella che si trova a Scafa (lungo la linea Roma – Pescara), lontana diciotto chilometri da Caramanico, da cui si prosegue con autobus.
La località monitorata deve la sua celebrità, senza dubbio, a quelle acque curative la cui presenza è documentata sin dal XVI secolo; tutto il centro abitato e le principali attività del borgo, infatti, si sono sviluppate intorno alle strutture termali! Il rapporto tra il paese di Caramanico e le terme ha origini molto lontane, iniziandosene a parlare nel 1576 allorchè Padre Serafino Razzi annotò nel suo diario un appunto molto interessante - relativo alla sorgente denominata “della Zolfanina” - secondo il quale “bevendo quell’acqua i rognosi guarivano da tante malattie”. Le terme, che videro sorgere il primo rudimentale stabilimento nel 1836, sono alimentate dalle sorgenti “Salute”, “Gisella” e “fonte Pisciarello”. Esse concedono acque minerali sulfuree con proprietà anti-infiammatorie garanti di molteplici vantaggi agli apparati del corpo umano: inoltre, alcune loro specifiche e rare caratteristiche intrinseche, le rendono utili per la cura di talune malattie gengivali e ginecologiche.
Visitando il paese a piedi si potranno meglio apprezzare vari palazzi rinascimentali, delle bellissime chiesette e le tipiche case-mura (antiche costruzioni che erano unite le une alle altre - in un unico muro - per impedire l'accesso ai nemici; all’esterno, non presentavano grandi aperture, come porte o finestre, considerato che gli unici pertugi erano di piccole dimensioni e posti in alto: in caso di attacchi, quindi, ogni proprietario difendendo la propria casa proteggeva di fatto l'intera comunità). In passato, così come accadeva per altri borghi antichi, per accedere nel cuore del paese, bisognava attraversare delle porte. Oggi ne rimangono visibili ancora due: la porta della Pietà e la porta delle Nasse. Dal centro, si ramificano differenziati e “magici” sentieri che conducono alla scoperta della valle dell’Orfento, luogo ideale per fare trekking ed escursioni tra boschi e cascate; passeggiando lungo il Sentiero dello Spirito, ad esempio, ci si può dirigere verso gli eremi più belli della Regione, come quelli di San Bartolomeo in Legio e di San Giovanni (tali romitori furono già frequentati da Fra Pietro da Morrone, il monaco eremita poi divenuto Papa Celestino V; l’eremo di San Bartolomeo è posto in cima al vallone di Santo Spirito, a 650 metri d’altitudine, mimetizzato nella roccia attraverso una balconata in cui sono ricavate una chiesetta rupestre e due cellette, mentre l’eremo di San Giovanni, di più difficile accesso, è posto a 1.220 metri in un punto veramente scenografico della valle dell’Orfento).
Tra le escursioni maggiormente consigliate nella valle dell’Orfento, si annoverano i seguenti sei itinerari:
Sentiero delle Scalelle. Escursione adatta a tutti che si snoda, per quattro chilometri circa, lungo un suggestivo tratto dell’Orfento: è un luogo fiabesco, modellato dalla forza dell'acqua del fiume che, sulla roccia calcarea, ha creato pareti altissime, grotte, cascate e giochi d'acqua unici. Il percorso, attrezzato con una serie di ponticelli e staccionate, presenta un’alternanza di saliscendi e conduce, sempre tra esemplari di felci, fino ad una cascata - creata artificialmente per canalizzare l’acqua del rio - per poi proseguire sino ad una scalinata che porta al ponte di Caramanico sulla SS 487.
Anello del Ponte del Vallone. Splendido percorso ad anello, di otto chilometri circa, che parte dalla frazione di Santa Croce di Caramanico Terme, arriva al ponte di Caramanico e poi prosegue fino a raggiungere nuovamente il punto di partenza. Dal ritrovo bisogna incamminarsi per un sentiero che attraversa dapprima dei campi coltivati per immettersi, poi, dentro un fitto bosco di conifere. La seconda parte del percorso è particolarmente suggestiva perché raggiunge una spettacolare gola scavata dal fiume Orfento. Ponti in legno permettono di attraversare più volte il suddetto corso d’acqua; da lì, il percorso prosegue su asfalto, approssimativamente per due chilometri, fino a ritornare a Santa Croce.
Anello del Ponte della Pietra ed Eremo di Sant’Onofrio. Itinerario che parte sempre dalla frazione di Santa Croce di Caramanico Terme e che, dopo aver attraversato campi coltivati e bosco di conifere, conduce verso il ponte San Benedetto. E’ necessario superare un breve tratto su roccia attrezzato con una fune d’acciaio per poi trovarsi immersi in una faggeta sino ad arrivare al ponte della Pietra (1.000 metri); passato il ponte, è necessario procedere sul Sentiero dello Spirito in direzione Caramanico Terme. A questo punto del percorso, è consigliata una breve deviazione per visitare l’Eremo di Sant’Onofrio, di cui attualmente è rimasto solo parte del portale affrescato, una parte del tetto ancora incastonata nella roccia e resti del campanile a vela). Il percorso è lungo complessivamente 16 chilometri circa.
Da Decontra all’Eremo di San Giovanni. La partenza di questo itinerario è Decontra, una frazione di Caramanico Terme molto affascinante in quanto caratterizzata da ordinate case in pietra. Da qui è possibile imboccare un sentiero che si snoda tra praterie secondarie e poi entra in un bosco di faggio fino a raggiungere l’inizio del Sentiero dello Spirito che consente di arrivare all’Eremo di San Giovanni (1.227 metri), uno dei più suggestivi d’Abruzzo poiché completamente ricavato dalla roccia. Un duro e meticoloso lavoro ha permesso di far affiorare dalla pietra non solo i locali interni dell’eremo ma anche un originale sistema di canali per la raccolta dell’acqua piovana. Questa escursione presenta circa 700 metri di dislivello ed è più difficile rispetto alle precedenti.
Anello di Guado Sant’Antonio. Partendo da Santa Croce di Caramanico bisogna prendere il sentiero che raggiunge una splendida spaccatura nella roccia, nota come il “Guado della Vena”; da qui si continua attraversando diversi ponti (come il ponte del Vallone ed il ponte di San Benedetto). Dopo aver attraversato anche un tratto attrezzato con un cavo d’acciaio, quindi, si cammina in un fitto bosco di faggi che conduce prima al ponte della Pietra e poi fino al Guado Sant’Antonio (1.220 metri) Da qui si prosegue per il sentiero che si snoda all’interno di una valle circondata dal “Colle della Ciocca” (luogo di nidificazione di aquile reali). Successivamente, si procede verso Fonte Viola. Questo itinerario presenta caratteristiche similari al percorso che porta da Decontra all’Eremo di San Giovanni.
Anello di Decontra. E’ un sentiero di undici chilometri circa, con un dislivello di 400 metri, che regala una vista magnifica su tutta la valle. Partendo sempre da Santa Croce di Caramanico Terme, si arriva fino al ponte del Vallone, dove si procede sul percorso che porta ad imboccare il sentiero che sale verso il borgo di Decontra. I panorami di questo tracciato sono stupendi e vanno dalla Valle dell’Orfento alle cime del massiccio della Majella. Arrivati a Decontra, è possibile ammirare le case realizzate con pietre che venivano squadrate da capaci scalpellini locali.
Il clima della zona di Caramanico terme è quello tipico della bassa montagna, con inverni non molto freddi per via della relativa vicinanza con il mare, contraddistinti da nevicate talvolta abbondanti e che possono tardivamente cadere fino ad aprile. Può capitare che il manto nevoso al suolo possa superare il metro di altezza, ma ciò grazie allo stau. [Lo Stau (parola tedesca che significa “coda”, "ristagno") è un vento di risalita che si presenta quando una corrente d'aria, nel superare una catena montuosa, perde parte della propria umidità che condensa in precipitazioni. Questo fenomeno favorisce maggiori accumuli precipitativi nelle località poste in prossimità delle catene montuose, accumuli che, man mano che ci si allontana dai rilievi, tendono poi a diminuire (in Italia i più imponenti effetti dello Stau si producono lungo la catena alpina ed appenninica, a seconda della direzione di provenienza delle correnti umide e dei fronti nuvolosi. Nel caso di perturbazioni atlantiche provenienti da ovest e preannunciate da venti di libeccio, ad esempio, le precipitazioni maggiori si verificheranno sui versanti tirrenici della dorsale appenninica). Al di là della catena montuosa, di contro, si avrà un vento secco e caldo, detto favonio o Föhn, poiché l’aria secca si riscalda diabaticamente in modo più veloce di quanto si raffreddi l’aria umida salendo sopravento: per questo motivo, tra i due versanti delle catene montuose - ad esempio regioni adriatiche e tirreniche – si generano spesso condizioni meteorologiche diametralmente opposte]. Le estati sono mediamente calde, con picchi termici - attorno ai 35 °C – che si registrano sia durante le ondate di calore che si manifestano oggigiorno con sempre maggiore frequenza, sia per l’eventuale predisposizione e rinforzo del "garbino" (libeccio) ovvero delle correnti in arrivo da sud-ovest. Primavera ed autunno sono stagioni contraddistinte da variabilità, con possibili onde calde all’esordio dell’autunno ed irruzioni fredde a inizio primavera.
La stazione meteorologica di riferimento è una Davis VUE, installata, il 20 novembre 2021, ad un’altitudine di 620 metri sul livello del mare.
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