Rovere – frazione aquilana del comune di Rocca di Mezzo – sorge ai piedi della catena montuosa del Sirente e domina dalla sua collina, a 1.432 metri di altitudine, la breve strettoia che divide la piana di Ovindoli dall’Altopiano delle Rocche – altopiano carsico situato all’interno del territorio dei comuni di Rocca di Mezzo, Rocca di Cambio ed Ovindoli, tra le dorsali del Monte Velino (mt. 2.487 s.l.m.) a nord-ovest e quella del Monte Sirente (mt. 2.347 s.l.m.) a sud-est – chiuso panoramicamente dall’imponente massiccio del Gran Sasso. Si trova al centro del Parco Sirente – Velino, a pochi chilometri dalle stazioni di sport invernali ‘’Ovindoli Magnola’’ (alle pendici del Monte Magnola – 2.220 metri s.l.m. – ci sono piste da sci alpino di ogni grado di difficoltà) e ‘’Campo Felice’’. Altrettanto vicino è il grande circuito per lo sci di fondo aperto presso i Piani di Pezza, altopiano carsico-alluvionale che vanta, ad oggi, il primato di zona più fredda d’Abruzzo a media altitudine. Nelle stagioni diverse da quella invernale, Rovere si conferma un luogo ideale per effettuare passeggiate a piedi o in bicicletta ovvero escursioni tra sentieri e limitrofe oasi faunistiche.
Rovere è la meta ideale per chi voglia rilassarsi nel silenzio della montagna e delle vallate circostanti. Regala, per la sua posizione, scorci e paesaggi mozzafiato. Ben sviluppato è il ramo del turismo equestre: nel parco Regionale Sirente – Velino, è stato progettato un percorso ad anello che mette in connessione per circa 300 chilometri l’intero territorio e tutti i centri abitati dell’area protetta: l’ippovia attraversa sentieri antichi, a diretto contatto con la cultura dei luoghi, in un paesaggio che da montano diventa vallivo e fluviale. Il comune è raggiungibile da Roma attraverso lo svincolo autostradale Tornimparte-Campo Felice dell'autostrada A24 Roma-L'Aquila-Teramo, passando per la piana di Campo Felice e la Galleria Serralunga ed attraversando l’abitato di Rocca di Mezzo; da L'Aquila, percorrendo la SR 5 bis, oltrepassando, poi, la frazione di Fonteavignone ed il suddetto abitato di Rocca di Mezzo; da Pescara, Sulmona ed Avezzano, attraverso l'uscita di Aielli-Celano dell'A25 Torano-Pescara, passando, quindi, per Ovindoli. Le origini di Rovere – tra le più antiche dei centri dell’Altopiano delle Rocche - risalgono all’inizio del secolo XII, nel periodo del feudalesimo, quando il borgo fu prescelto come postazione ideale per la comunicazione di transito di persone. E’ probabile che già in epoca romana fosse stata ivi costruita una villa patrizia accanto ad una struttura militare primitiva. Alla fine del Medio Evo, essa fu trasformata nel vero e proprio castello attorno cui si sviluppò, poi, il primo agglomerato urbano, protetto da mura e torri, quest’ultime necessarie soprattutto per favorire la comunicazione visiva con i "castrum" di Ovindoli, Santa Jona e San Potito, a protezione della linea di passaggio tra l'area del Fucino e la conca aquilana. Per la sua posizione di confine tra le popolazioni italiche dei Vestini a nord, dei Superequani ad est e dei Marsi albesi ad ovest, fu sede di un recinto fortificato italico anche se tale ipotesi non è suffragata da sicuri riscontri. Certo è, invece, che tutto l’Altopiano delle Rocche, ricco di pascoli e di boschi e un tempo di fauna pregiata, era frequentato dalle popolazioni italiche delle valli circostanti. Il toponimo originario ‘’RoburMarsorum’’ appare con chiarezza per la prima volta in un documento ecclesiastico relativo ad una donazione effettuata dall'imperatore del Sacro Romano Impero Ottone I di Sassonia alla diocesi aquilana di Forcona, la cui sede era localizzata nella contemporanea località di Civita di Bagno.
In questo documento Rovere appariva tra i territori inclusi nella diocesi dei Marsi. Rovere ha avuto più fasi di espansione; una, certamente nella seconda metà dell’ 800, in occasione della realizzazione della rotabile L’Aquila-Avezzano (a seguito dell'abolizione dei feudi, Rovere fece parte della giurisdizione di Bagno per essere inclusa, dal 1811, nel comune di Rocca di Mezzo); l’altra, più recente, iniziata verso la fine del 1960 conseguentemente allo “sviluppo” turistico dell’Altopiano delle Rocche. Il borgo ha subito gravi danni con il terremoto della Marsica del 1915 e della seconda guerra mondiale. Il patrimonio architettonico, totalmente restaurato, ha tuttavia subito nuovamente dei danni a causa del terremoto che ha colpito l'Aquila nel 2009. Tra le architetture religiose più importanti si ricordano la Chiesa di San Pietro apostolo, risalente al XVI secolo ed edificata sui ruderi del preesistente castello di Rovere, la Chiesa della Madonna delle Grazie, risalente al XIII secolo e la Chiesa di Santa Maria Maddalena, edificata nel XIX secolo. Dal punto di vista climatico, Rovere presenta delle peculiari differenze termiche rispetto alla vicina Rocca di Mezzo; durante la stagione invernale, le temperature minime ne risultano in genere superiori non verificandosi, qui, marcate inversioni termiche per quanto i valori possano comunque risultare, talvolta, abbondantemente negativi. Più contenute, invece, le temperature massime non solo per la maggiore altitudine quanto per la costante presenza del vento.
Caratteristica della località - posta a 1.370 metri di altitudine - in cui è stata installata la stazione meteorologica Davis VUE, infatti, è proprio la ventilazione che fa registrare spesso raffiche violente, anche superiori a 100 km/h. Le precipitazioni medie annue sono attorno ai 1200 millimetri, favorite, in estate, dallo sviluppo e manifestarsi di temporali di calore che dalle circostanti ed adiacenti zone montuose raggiungono subito questa parte media dell’Altopiano delle Rocche ed, in inverno, da frequenti nevicate che si verificano in maniera più consistente nella non lontana Ovindoli. L'installazione è stata integrata con il posizionamento di due webcam associative modello Foscam FI9900P; una, con puntamento in direzione Sud-Est, verso la Serra di Celano (mt 1.921 s.l.m.), facente parte del Gruppo Sirente; l’altra, direzionata a Nord-Est verso l’abitato di Rovere, con inquadraturadel Gran Sasso d’Italia (con i suoi 2.912 metri di altitudine del Corno Grande).
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