Lungo la vecchia strada tra Castel di Sangro e Roccaraso - quella denominata Sferracavallo - ancora ricadente nel territorio comunale del primo centro citato, da cui dista poco più di cinque chilometri, sorge il villaggio turistico di Pontone: è una località posta in bella posizione, a circa mille metri di altitudine, tra prati e boschi per lo più cedui.
Ad occidente si staglia l’elegante Monte Arazecca (mt. 1.830), di forma tondeggiante e ricoperto di folta boscaglia, che offre un vasto panorama sul piano dell'Aremogna e sulla Valle del Sangro; si raggiunge soltanto a piedi, grazie ad un ampia e comoda carrareccia chiusa al transito dei veicoli da una sbarra di ferro: da Roccaraso, infatti, si percorre la Valle Canara e quindi la Valle Arenaro (lungo il cui percorso s’incontrano ‘’la Pietra Puttanella’’ - tradizionale luogo di sosta - e la Rocchia di Letizia - leggendario e tragico luogo ricordato per le storie del brigantaggio locale); raggiunta Sella Campitelli, poi, ci si inoltra nel bosco fino a raggiungere la vetta.
Ad oriente, invece, si elevano i monti Pizi, con massima elevazione raggiunta dal Monte Secine (mt. 1.883). E’ il regno del bianco, dei boschi misteriosi e degli ampi panorami. Salire in vetta è un modo straordinario per avvicinarsi alla selvaggia bellezza di queste montagne ove le condizioni climatiche sono proprio quelle tipiche dei rilievi abruzzesi.
La zona monitorata risulta un po’ riparata dal massiccio della Majella, che domina a nord est, anche se durante la stagione invernale risente dei venti che soffiano lungo l’altipiano delle Cinquemiglia (zona nota per le forti bufere e per i turbini che si verificano con irruzioni gelide) ed, in parte, dalle valli di Palena (piccolo borgo della provincia di Chieti - a 767 metri di altitudine - entrato a far parte dei ‘’Borghi della Salute’’): tali avverse condizioni apportano spesso ingenti nevicate con spessori, a fine evento, anche prossimi al metro di altezza.
La primavera, come spesso accade, si presenta instabile, con ritorni di freddo e neve a volte fino alle porte di maggio; a tali periodi, tuttavia, si associano anche i primi tepori della bella stagione che avanza. L’estate non sono da escludere temperature massime oltre i 30°C, come già avvenuto in alcune annate (2003, 2007, 2012, 2015 e 2017); frequenti sono le manifestazioni temporalesche, originandosi le stesse tra la catena dei monti Pizi e la Majella orientale, come anche ad occidente sul massiccio del Greco (cima più alta, con i suoi 2.285 metri, del gruppo dei Monti Marsicani) ed i monti del Parco nazionale d’Abruzzo.
Le tinte variegate e contrastate dei boschi, tuttavia, assegnano lo scettro di stagione più bella all’autunno!
Piogge, spesso abbondanti, riescono ad arrivare anche dai quadranti sud occidentali, ma, in ogni caso, le Mainarde – catena, impervia e dall'aspetto selvaggio, che si innalza bruscamente con pareti e strapiombi - non facilita a pieno questa ipotesi. La piovosità media annua, comunque, si attesta sui 1.000 millimetri circa, con scarti in positivo o in negativo in base all’andamento della stagione.
La predetta catena montuosa - il cui panorama rimane unico per le proprie caratteristiche naturali, per la visione di cime luminose, per il silenzio e la solitudine ineguagliabili della valle e per l'integrità dei luoghi, privi di qualsiasi segno dello sviluppo tecnologico – si estende lungo il confine tra Molise e Lazio, con prevalenza nel territorio molisano. In essa si trovano le vette più elevate del Molise, con il Monte Mare (mt. 2.124) e la Metuccia (mt. 2.105), entrambe più alte del Monte Miletto (mt. 2.050), a sua volta cima più alta del massiccio del Matese.
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