Ubicazione geografica | Ubicazione fisica | ||||||||||
42° 26' Nord | 250 cm | ||||||||||
13° 34' Est | Schermo Davis passivo | ||||||||||
2132 metri s.l.m. | Extra urbana | ||||||||||
Altopiano | Prato erboso rado | ||||||||||
Strumentazione | |||||||||||
Stazione Davis VP2 | |||||||||||
Descrizione morfologica e climatologica della località | |||||||||||
L’altopiano di Campo Imperatore si estende - ad un’altitudine variabile
compresa tra i 1460 metri della val Voltigno ed i 2138 metri s.l.m. – in un
ambiente di grande impatto paesaggistico e con interessanti aspetti geologici
e geomorfologici.
E’ tra i più vasti d'Italia sviluppandosi, per un massimo di 18 chilometri in
lunghezza e 8 chilometri in larghezza, sulla direttrice che va da nord-ovest a
sud-est per una superficie complessiva di circa 75 km², tra numerose
peculiarità floristiche e faunistiche.
Anticamente fu denominato, da Federico II di Svevia, “Campo Imperiale”: è di
origine tettonica - glaciale e carsico-alluvionale - e rappresenta il pianoro
d'altura più elevato d’Europa: lo scorgersi dei luoghi, pian piano che ci si
avvicina, è talmente suggestivo che Il noto alpinista Fosco Maraini lo
paragonò, su piccola scala, alla valle indiana di “Phari Dzong”, appellando
conseguentemente il luogo come “Piccolo Tibet”.
Risulta collocato tra i territori comunali di Barisciano, Calascio (Rocca
Calascio è l'unica tra le numerose fortezze e torri dell'aquilano ad affacciarsi
direttamente sull'altopiano; la torre quadrata centrale venne realizzata nel XII
secolo dai Normanni, mentre le quattro torri circolari vennero fatte realizzare
da Antonio Piccolomini, marchese di Capestrano, verso la fine del XV
secolo), Carapelle Calvisio, Castelvecchio Calvisio, Castel del Monte,
L'Aquila e Santo Stefano di Sessanio ed è sede dell'omonima stazione
sciistica, dell'osservatorio astronomico e del giardino botanico alpino.
Le cime che delimitano e circondano la zona monitorata sono: a nord-
nordest, il Corno Grande (2912 metri), vetta più alta degli Appennini, il monte
Aquila (2494 metri), sua naturale anticima, il Brancastello (2385 metri), il
Prena (2561 metri) ed il monte Camicia (2564 metri); ad ovest, il monte
Scindarella (2233 metri) ed il monte Portella (2385 metri), vette tra le più
suggestive; a sud-sudest, il Pian del Voltigno, il Vallone di Cretarola (fino alla
zona di Fonte Vetica) e le pressochè paritetiche sommità dei monti Bolza e
Cristo (rispettivamente di 1927 e 1928 metri s.l.m.); ad est, i monti San Vito
(1892 metri), Guardiola (1808 metri) e Capo di Serre (1771 metri).
Salendo da Assergi per il valico della Fossa di Paganica oppure dal borgo
medievale di Castel del Monte per il valico di Capo la Serra ovvero da
Farindola per il Vado di Sole, l'orizzonte si apre e le dimensioni appaiono
come immense. Ciò che maggiormente colpisce ed affascina sono gli ampi
spazi, sempre ben visibili in ragione di tre fattori: della la quota altimetrica
elevata, della vegetazione - esclusivamente erbacea – e dell'opera di
disboscamento dei secoli passati. Il pendio sale dolcemente, in un alternarsi
di pianure di origine lacustre modellate dalle alluvioni, con morene di fondo -
laterali e frontali - lasciate dagli antichi ghiacciai, circhi glaciali, brecciai e
fiumare (distese di ghiaie - che scendono al disgelo dalle profonde incisioni
dei “dolomitici” monte Brancastello e monte Prena - sulle quali si possono
osservare piante che generalmente “stazionano” alle quote superiori).
Tutto il perimetro meridionale della piana, a cavallo con la vallata di
Barisciano e l'altopiano di Navelli, è caratterizzato dalla presenza di laghetti
non profondi e di forma semicircolare la cui origine - meteoritica per alcune
fonti, meteoritica ed antropica per altre - è ancora incerta: tra questi spicca il
lago di Pietranzoni, posto al centro dell'altopiano, luogo molto ambito da
turisti che sono soliti scattare delle fotografie che mettano in risalto, a
specchio, il Gran Sasso.
La vegetazione assume caratteristiche differenti in funzione della morfologia,
del vento e della copertura nevosa: le vallecole (piccole depressioni) sono
relativamente umide e presentano rare specie di piante di origine nordica,
mentre le morene ed i dossi ospitano una vegetazione tipicamente steppica,
di origine orientale. Gli sterminati pascoli sono utilizzati per l'alpeggio e
refrigerio estivo delle greggi di ovini e delle mandrie di bovini ed equini che
d'inverno transumano in Puglia, in un rito che ormai si ripete da migliaia di
anni, ma anche per gli spostamenti del bestiame proveniente dalle limitrofe
località di Castel del Monte, Calascio e Santo Stefano di Sessanio.
La zona vanta anche una biodiversità aviforme, con presenza di aquile, falchi,
gracchi e di numerose specie di passeriformi che vi transitano durante il
periodo migratorio.
E’ presente peraltro una piccola popolazione di camosci d'Abruzzo,
reintrodotti tra il 1992 ed il 1999. L'area protetta è abitata anche da specie di
lupo appenninico, volpe, cinghiale, cervo, capriolo, gatto selvatico e
saltuariamente orso marsicano.
L'altopiano di Campo Imperatore costituisce, inoltre, l'habitat elettivo della
vipera dell'Orsini, un piccolo serpente, che si nutre di insetti, esclusivamente
presente nelle montagne più elevate dell'Appennino centrale che proprio sul
Gran Sasso ha la popolazione più importante: stanti sia la rarità che la
vulnerabilità della specie, essa risulta protetta da convenzioni internazionali.
La parte nord-occidentale del pianoro, nota come “Valloni”, è posta alle
pendici del Portella ed è caratterizzata dalla presenza di impianti ricettivi,
culturali e sportivi. Nel cuore del semestre freddo, è possibile raggiungere
con gli sci la base della funivia percorrendo proprio i suddetti “Valloni”.
A quota 2132, ha sede il Giardino botanico, dedicato alla coltivazione ed allo
studio della flora d'elevata altitudine; a 2145 metri, invece – quindi lontano da
sorgenti di inquinamento luminoso e dell'aria - è presente l'Osservatorio
astronomico d'Abruzzo, con le caratteristiche cupole della stazione, ove è
custodito un telescopio di oltre un metro di diametro.
Nelle vicinanze delle suddette importanti strutture, sorge lo storico albergo
dove, nel 1943, fu tenuto prigioniero Benito Mussolini fino alla sua liberazione
avvenuta il 12 settembre da parte dei soldati tedeschi nell’ambito
dell’operazione “Quercia”. La funivia che dai 1125 metri di Fonte Cerreto
conduce agli impianti sciistici, così come l'albergo di Campo Imperatore,
risale al periodo fascista rappresentando per l'epoca un complesso turistico
tra i più efficienti d'Europa, vanto del regime, particolarmente prodigo nella
realizzazione di opere pubbliche nella città di L'Aquila. Con circa due ore di
cammino dall'albergo è possibile raggiungere il ghiacciaio del Calderone -
incastonato in una conca del versante settentrionale del Corno Grande a
circa 2800 metri di quota – che, dopo l’estinzione dei ghiacciai del monte
Olimpo in Grecia e della Sierra Nevada in Spagna, è divenuto il più
meridionale d'Europa (oggetto di monitoraggio e studio da parte anche
dell’Associazione AQ Caput frigoris).
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Foto | |||||||||||
Visuale della stazione meteorologica Davis VP2 verso il Gran Sasso |
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Visuale della stazione meteorologica Davis VP2 verso la piana |
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Visuale della stazione meteorologica Davis VP2 e della struttura ospitante |
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Visuale della stazione meteorologica Davis VP2 verso la piana |
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Vista sulla originaria stazione meteorologica e sulla struttura ospitante |
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Vista sulla originaria stazione meteorologica verso il Gran Sasso d'Italia |
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Soci installatori della originaria stazione meteorologica |
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Struttura ospitante e collaboratori |
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Visuale del giardino botanico con monte Aquila (2494 m) sullo sfondo | |||||||||||
Visuale del giardino botanico con la cresta della Portella (2385 m) sullo sfondo |
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Visuale del giardino botanico dall'alto |